Pagare l’IVA, preparare il foglio di accompagnamento cartaceo o elettronico: sono alcune delle pratiche da effettuare per la vendita diretta di vino in Europa. L’iter è molto complesso e burocratizzato, sia per i piccoli produttori sia per i grandi. Nel mese di dicembre ho presentato su questo tema una interrogazione alla Commissione Europea.
E’, infatti, nostro dovere, come parlamentari europei, quello di rispondere alle esigenze emerse sul nostro territorio, come tutelare i piccoli produttori di vino, realtà fondamentali in Piemonte e in Italia, e favorire la circolazione dei nostri prodotti nei Paesi membri, arrivando a una maggiore semplificazione delle procedure. Nell’interrogazione ho chiesto se “la Commissione non consideri la figura del rappresentante fiscale (responsabile per il pagamento dell’accisa sui vini importati – figura obbligatoria in quasi tutti i paesi UE) come un ostacolo alla libera circolazione delle merci”. E ho proposto di orientarsi, quanto prima, verso un nuovo sistema per il pagamento delle accise: il “one stop shop”.
Il sistema consisterebbe nella creazione di un portale online nello Stato in cui ha sede il produttore/venditore attraverso il quale effettuare i pagamenti. Sarà poi l’amministrazione nazionale a occuparsi del versamento delle accise allo Stato in cui il vino viene esportato. Secondo una simulazione fatta da il Gambero Rosso, se si vogliono vendere dodici bottiglie dall’Italia all’UE, vanno aggiunti ai 100 euro del costo del vino, 30 euro di trasporto, 60 euro per l’assolvimento delle pratiche accise e iva, per un totale di 190 euro (cifra che varia a seconda dell’accisa), cioè il doppio del costo del vino stesso, andando così a danneggiare il commercio dei nostri prodotti. La Commissione europea ha recentemente commissionato e pubblicato uno studio [http://bookshop.europa.eu/en/evaluation-of-current-arrangements-for-the-cross-border-movements-of-excise-goods-that-have-been-released-for-consumption-pbKP0614146/] che, tra le altre cose, analizza la legislazione in vigore sul pagamento delle accise da parte dei piccoli produttori di vino, materia ora regolata dalla direttiva 2008/118/CE. Il problema principale che emerge riguarda quanto deve essere pagato nel paese di destinazione delle merci. Per fare questo il venditore (che spesso è anche il produttore) deve scegliere (e pagare) un rappresentante fiscale nel paese in cui esporta il proprio prodotto, che si occupi specificatamente di questo. I piccoli produttori sono ovviamente discriminati rispetto alle grandi cantine. Questo sistema comporta degli oneri per il produttore, difficilmente ammortizzabili con l’aumento della produzione e delle quantità esportate. Nello studio vengono proposte delle alternative sia per ottimizzare la situazione esistente, sia per modificarla. Da un lato proponendo l’armonizzazione delle procedure in tutti gli Stati UE, dall’altro delineando delle alternative al sistema vigente.
http://www.danieleviotti.eu/studio-sul-pagamento-delle-accise-sul-vino-venduto-al-consumatore-in-un-altro-stato-membro/
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