RIFORMARE IL DIRITTO D’AUTORE, NEL SEGNO DI UNA LIBERALIZZAZIONE ATTENTA DEL MERCATO
Inserito il 23 Maggio 2016 alle 17:57Nella seduta del 27 aprile 2016 la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge di delegazione europea 2015.
Un provvedimento molto articolato, sul quale abbiamo svolto un lavoro importante di merito e di sostanza con la Commissione Politiche Europee di cui faccio parte.
Ne ho parlato in Aula lo scorso 18 aprile, nel il mio intervento durante la discussione generale sulla legge.
Una legge con cui procediamo a ritmo sostenuto nell’attuazione di molte direttive europee nel nostro Paese, dettando i criteri cui dovrà attenersi il Governo nei decreti attuativi.
Il mio lavoro si è concentrato, in particolare, sui criteri di recepimento della direttiva in materia gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi – Direttiva 2014/26/UE – e sulla necessità di attuare i principi sanciti in Europa: libertà del titolare di scegliere l’organismo cui affidare la gestione dei propri diritti e garanzia di efficacia e trasparenza nella distribuzione dei compensi.
Assicurare l’efficienza e il buon funzionamento delle cd. società di collecting, infatti, significa investire nello sviluppo culturale del nostro paese, sapendo sfruttare le nuove modalità di diffusione delle nostre opere di ingegno nell’ormai ineludibile scenario globale.
Per recepire l’indirizzo europeo abbiamo sviluppato un esame attento e ponderato, coinvolgendo, attraverso un ciclo di audizioni, gli operatori del settore e il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini.
Siamo di fronte ad un tema complesso ma fondamentale per la realizzazione di un mercato unico europeo, anche digitale. Da qui la necessità di armonizzare le discipline nazionali sul funzionamento degli organismi di gestione collettiva del diritto d’autore e dei diritti connessi, facendo fronte alla necessità di tutela di tali diritti nell’ambito della libera circolazione di beni e servizi.
In particolare, la direttiva stabilisce il principio per cui i titolari dei diritti dovranno essere liberi di affidare la tutela delle proprie opere agli organismi di gestione collettiva (collecting society) che ritengono più opportuni, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità e avrannoil diritto di partecipare alla gestione della stessa collecting society, la quale dovrà avere specifici requisiti di trasparenza.
Nell’attuazione della Direttiva è quindi necessario garantire il corretto bilanciamento tra l’interesse ad una fruizione delle opere di ingegno sempre più globale e immediata, da un lato, e un’adeguata tutela dei titolari dei diritti dall’altro.
Ritengo – ed è questa la convinzione che mi ha portato all’elaborazione di un’apposita proposta di legge e di due proposte emendative a questo ddl – che il nostro Paese debba essere pronto a raccogliere la sfida che le nuove tecnologie hanno lanciato alla comunità globale, nell’interesse dell’intera filiera della creazione, produzione, distribuzione e utilizzo dei contenuti creativi.
Le mie proposte, dunque, hanno sempre mirato ad un intervento nel segno di una liberalizzazione attenta del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore, in particolare attraverso la presenza di un’Agenzia che – assorbendo parte del personale della SIAE – esercitasse le funzioni pubbliciste oggi affidate alla collecting italiana. Ci sarebbe così un organo di controllo sul buon funzionamento tanto del mercato dei diritti d’autore che di quello dei diritti connessi (che la direttiva disciplina congiuntamente e per i quali, dunque, dovrebbe essere prevista una normativa omogenea).
E’ vero che la recente esperienza relativa al mercato dell’intermediazione dei diritti connessi ci conferma che una liberalizzazione senza regole acuisce i problemi invece di risolverli.
Al tempo stesso, tuttavia, non possiamo ignorare che il legislatore europeo ha espressamente stabilito – come detto – la libertà del titolare dei diritti di scegliere l’organismo cui affidare la gestione dei propri diritti, nonché la necessità di garantire efficacia e trasparenzanella distribuzione dei compensi.
A tal fine, da oggi è necessario lavorare perché questi principi, anche nel persistere di un regime di monopolio, non restino lettera morta ma portino ad una profonda riforma della struttura e del funzionamento della SIAE: primo tra tutti rendendola adeguata all’avvento delle nuove tecnologie, attraverso, per esempio, la creazione di una piattaforma online attraverso la quale i singoli autori possano accedere tempestivamente a profili personali o la possibilità per gli organizzatori di spettacoli dal vivo di compilare borderò elettronici o di accedere ad uno sportello unico per la Musica dal vivo.
E’ dunque positivo quanto previsto dall’emendamento finale del Relatore che richiede una serie di azioni per adeguare il funzionamento della SIAE ai contenuti della direttiva.
S’impongono infatti una migliore, più celere ed equa distribuzione dei proventi incassati di spettanza dei titolari; una più equa partecipazione dei titolari dei diritti alla gestione dell’organismo; una maggiore informazione e trasparenza in merito al funzionamento, struttura e tariffe.
Penso in particolare ad alcune modifiche che anche noi richiedevamo da tempo. A partire dal lavoro fatto sulla musica dal vivo insieme a personalità come Stefano Boeri ed artisti tra i quali Manuel Agnelli degli Afterhours, Paolo Pavanello dei Linea 77, Max Casacci dei Subsonica, Piotta o Pierfunk dei Motel Connection e con la Campagna LiberaMusicaLiberamente con la quale chiedevamo il pagamento di una cifra forfettaria alla SIAE e agevolazioni per la concessione dei permessi per i concerti sotto i duecento posti o come il bonus cultura che adesso i diciottenni, anche se stranieri, potranno spendere per gli spettacoli dal vivo. Una bella forma di promozione della cultura e di un settore in piena ripresa, centro di grandi investimenti, forma importante di sostentamento per gli artisti.
Qui mi riallaccio a quanto previsto fra i criteri di recepimento della direttiva, soprattutto alla previsione di casi in cui la corresponsione di diritti d’autore sia ridotta o esclusa. E’ importante che su questo punto la normativa sia ben ponderata: da un lato, infatti, ridurre la quota porterà benefici alla regolarità dei pagamenti e all’emersione del sommerso; dall’altro, l’esenzione dovrà essere limitata a casi specifici come ad esempio gli eventi di beneficenza, così come da me proposto nella PDL C. 1136. Perché il pagamento dei diritti d’autore, ancorché di una cifra simbolica nei concerti minori, è il doveroso corrispettivo di un’attività intellettuale.
Grazie dunque al Governo per il confronto avviato con il Parlamento nella ricerca delle migliori soluzioni e per non aver assunto tale responsabilità solo come una responsabilità governativa. Un confronto utile e importante che sono intenzionata a proseguire.
Da Newsletter Francesca Bonomo n. 2 del 20 maggio 2016
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