L’EUROPA UNITA E’ LA SOLUZIONE, NON IL PROBLEMA
Inserito il 30 Gennaio 2017 alle 13:15In Europa e nel Consiglio Europeo, quello dei capi di Stato e di Governo, sta prendendo piede una brutta tendenza che sarebbe il caso di contrastare e fermare sul nascere. Sempre più spesso emergono da parte di intellettuali del calibro di Fillon, Panebianco e Piketty proposte volte a far tornare l’Europa a una confederazione di Stati con l’obiettivo di togliere potere alle istituzioni europee di tipo federale come il Parlamento e la Commissione europea.
Questi dimenticano che è proprio a causa dell’aumento di importanza del Consiglio Europeo che l’Europa si trova bloccata in una situazione di stallo. Perché? Perché il Consiglio si sta arrogando il potere di decidere su ogni questione, ma ha il vincolo di doverlo fare all’unanimità ed è per questo che di fronte a tante crisi non riusciamo a prendere decisioni rapide, efficaci e, soprattutto, a metterle in atto.
Per salvare l’Europa non è necessario fare un passo indietro tornando alla sovranità degli Stati nazionali, basterebbe solamente applicare i trattati internazionali. È vero che il progetto europeo deve essere rivisto, ma non è vero che è tutto da rifare.
L’ho scritto più volte: il futuro dell’Europa passa dalla nascita degli Stati Uniti d’Europa. L’isolazionismo non può essere la soluzione ai problemi degli europei, che siano economici, politici o che nascano dalla strategia del terrore. La via da percorrere è quella della coesione, della collaborazione e della cooperazione. Per fare questo gli strumenti che abbiamo in mano sono più che sufficienti.
Ripeto, la soluzione, a breve, è usare i trattati. Per esempio il Trattato di Lisbona indica la via per rilanciare l’Ue e insieme al collega Brok l’ho dimostrato. Dal punto di vista economico è necessario completare l’Unione economica e monetaria, l’Unione bancaria e istituire un’Unione dei mercati dei capitali. È necessario preservare e rafforzare la dimensione sociale del progetto europeo garantendo i diritti dei lavoratori e inserendo un salario minimo deciso dai singoli Stati membri. Infine si deve sviluppare una politica estera, di sicurezza e di difesa comune. Questi sono solo alcuni aspetti che possono essere messi in atto applicando il Trattato di Lisbona.
In prospettiva invece si deve ridisegnare un sistema chiaro di competenze, all’Unione Europea devono spettare decisioni su temi importanti, ma molte altre normative che adesso fanno campo all’Ue possono essere semplificate e restituite agli Stati.
Dire che si deve tornare alla sovranità nazionale sarebbe come affermare che il governo italiano debba cedere potere alle Regioni per risolvere i problemi del Paese. È vero che l’Ue così non va bene, ma la soluzione non è distruggere il buono che è stato realizzato in questi anni.
Da Newsletter Mercedes Bresso, 26 gennaio 2017